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Il cambiamento climatico e la distruzione ambientale sono tra i temi più discussi negli ultimi anni, entrando nelle agende politiche di tutti i Paesi. La preoccupazione per il destino del pianeta è tanto presente da aver visto la nascita di termini come eco ansia, per descrivere i sentimenti di angoscia e paura cronica rispetto alla rovina ambientale (Clayton et al. 2017) e tanto da portare una fetta della popolazione a decidere di non fare figli proprio in vista del futuro incerto del mondo e dell’umanità (The Guardian, 2019; Schneider-Mayerson, M. & Leong, K.L., 2020).
Nonostante la ricerca scientifica abbia ormai accumulato innumerevoli prove sui danni creati dall’uomo sull’ambiente e sulla necessità di un cambio di rotta sempre più urgente, c’è ancora chi non crede al fenomeno del riscaldamento globale e le sue conseguenze, o pensa che le cause non siano da ritrovare nell’attività umana, o almeno non solo (Carroll, 2007; Gallup Poll, 2009; Yale Program on Climate Change Communication, 2022). L’articolo “System Justification, the Denial of Global Warming, and the Possibility of System- Sanctioned Change” cerca di spiegare questi atteggiamenti attraverso la teoria della giustificazione del sistema, sostenendo e mostrando tramite tre studi, che questo tipo di risposte al cambiamento climatico possono essere legate alla cosiddetta tendenza a giustificare e difendere lo status quo di fronte alla minaccia imposta dai problemi ambientali (Feygina, I., Jost, J. T. & Goldsmith, R.E., 2010).
Ma cosa si intende per giustificazione del sistema? E cosa ha a che fare col cambiamento climatico? La teoria nasce nel 1994 da Jost e Banaji per spiegare come mai in una società gerarchica in cui ci sono gruppi dominanti e gruppi subordinati, che secondo la psicologia sociale fino ad allora dovrebbero fare gli interessi del proprio gruppo, non viviamo situazioni di costante ed elevato conflitto. Secondo la teoria, tendiamo a giustificare e legittimare il sistema sociale e le istituzioni in cui viviamo; questo infatti, soddisferebbe alcune motivazioni epistemiche di base come il bisogno di gestire l’incertezza, sapere come comportarci e cosa abbiamo attorno, quindi avere un senso di sicurezza e rassicurazione, avendo sostanzialmente un punto di riferimento e sentendo che il mondo in cui siamo inseriti ha senso, oltre a soddisfare alcuni bisogni di relazione, come affiliarci con coloro che fanno parte del nostro stesso sistema sociale. Legittimarlo, da una parte permette di razionalizzare il mondo e il modo in cui viviamo, dall’altra, può intralciare la formazione di intenzioni verso un cambiamento, la presa d’azione stessa e il contrasto alle ingiustizie sociali o a questioni legate al sistema.
È chiaro che il cambiamento climatico e la distruzione ambientale sono problemi interni al sistema e combatterli significa combattere il sistema stesso. Come spiegano i ricercatori prima citati, ammettere la presenza dei problemi ambientali implicherebbe ammettere che lo status quo non è esattamente legittimo e che è necessario cambiarlo per evitare ulteriori disastri, il che andrebbe contro le tendenze ed i bisogni precedentemente discussi. Una possibile soluzione è quella presentata nella ricerca del 2010: usare le motivazioni alla base della giustificazione del sistema per trasformare la resistenza in azione, veicolando il messaggio che essere ambientalisti e mettere in pratica azioni che beneficiano l’ambiente sia coerente con la preservazione del sistema. Ma una cosa alla volta…
Dicevamo che Feygina, Jost e Goldsmith hanno condotto tre studi sul tema: il primo mostra come la giustificazione del sistema sia effettivamente fortemente associata ad un aumento nella negazione dei problemi ambientale.
Nel secondo studio, gli autori hanno preso in considerazione anche l’orientamento politico dei partecipanti. La letteratura infatti, indica come i livelli di giustificazione del sistema correlano con l’orientamento politico e più in generale con i livelli di conservatorismo (Jost, Blount, et al., 2003; Jost, Glaser, et al., 2003; Jost, Nosek, & Gosling, 2008): legittimare il sistema permette di razionalizzare le differenze di status tra gruppi, dunque, le persone che si trovano in una posizione vantaggiosa generalmente aderiscono con più entusiasmo alla sua giustificazione (Feygina, I., Jost, J. T. & Goldsmith, R.E., 2010). È importante però specificare che anche le persone svantaggiate compiono questa razionalizzazione, poiché essa comporta quei vantaggi psicologici di cui abbiamo precedentemente parlato e può aiutarle ad affrontare realtà avverse. Sappiamo anche che le persone con attitudini conservatrici dal punto di vista culturale ed economico, che si associano al paradigma della dominanza sociale, sono meno disposti di altri a supportare le cause ambientaliste (Dunlap & Van Liere, 1984; Kilbourne, Beckmann, & Thelen, 2002; Pirages & Ehrlich, 1974) e che l’orientamento politico modera le credenze e le preoccupazioni sul cambiamento climatico. In particolare, posizionarsi verso la destra nello spettro politico è associato a livelli più bassi di preoccupazione rispetto al fenomeno (Gregersen, T., Doran, R., Böhm, G., Tvinnereim, E., & Poortinga, W., 2020).
Gli autori hanno quindi mostrato come le tendenze a giustificare il sistema aiutino a spiegare perché l’orientamento politico e l’identificazione con la nazione siano associate con gli atteggiamenti e i comportamenti verso l’ambiente, trovando delle correlazioni tra i costrutti.
Se i primi due studi erano di natura correlazionale, dunque non stabiliscono una relazione causale tra la giustificazione del sistema e gli atteggiamenti e i comportamenti verso l’ambiente, il terzo studio è stato pensato per fornire delle prove di questa connessione attraverso delle manipolazioni sperimentali. Emerge qualcosa di molto importante: è possibile “sfruttare” la motivazione a giustificare il sistema per ispirare comportamenti pro ambiente. In che modo? Riformulando la comunicazione rispetto agli stessi, con messaggi come “Essere ambientalista ci permette di proteggere e preservare il modo di vivere americano. È patriottico conservare le risorse naturali del paese”, che è esattamente ciò che hanno letto alcuni dei partecipanti all’esperimento prima delle misurazioni comportamentali. L’esperimento dimostra come questo tipo di riformulazione permette di annullare l’impatto negativo della legittimazione del sistema sugli atteggiamenti e comportamenti pro ambiente, così, nelle persone con bassi livelli di giustificazione, il supporto per l’ambiente non cambiava in maniera significativa quando esposti o meno alla frase riportata, mentre le persone con alti livelli di giustificazione al sistema era più ambientaliste quando sottoposte alla riformulazione.
La teoria della giustificazione del sistema dunque può essere utile per comprendere comportamenti come quello di avversione verso il tema del cambiamento climatico e le motivazioni psicologiche che portano alcune persone ad assumere quegli atteggiamenti e condotte che invece di andare nella direzione del cambiamento e in questo caso, della salvaguardia della vita stessa, vertono alla negazione, inazione e resistenza. Secondo gli autori dell’articolo, uno dei problemi fondanti della negazione ed indifferenza rispetto alla distruzione ambientale sta nella percezione di incompatibilità tra il prendersi cura della natura e sostenere le attuali pratiche e istituzioni economiche e sociali. Ignorare l’attaccamento psicologico delle persone allo status quo risulta controproducente, soprattutto dal momento che si parla di processi non facilmente modificabili; d’altra parte, questo non deve farci pensare impotenti: come mostra la ricerca, è possibile trovare dei modi per lavorare su quella percezione di incompatibilità, in primis attraverso una comunicazione strategica, e così eliminare l’associazione negativa tra la giustificazione del sistema e il desiderio di sostenere l’ambiente, trasformando le resistenze, in azione.
Di Letizia Viganò
letizia.vigano00@gmail.com
Bibliografia
Carroll, J. (2007). Public: Iraq war still top priority for president and Congress. Gallup Poll. Retrieved October 30, 2009: http://www.gallup.com/poll/27103/public-iraq-war-still-toppriority-president-congress.aspx
Clayton, S. C. M. Manning, K. Krygsman and M. Speiser (2017). Mental Health and our Changing Climate: Impacts, Implications, and Guidance. Washington, DC: APA & EcoAmerica
Dunlap, R. E., & Van Liere, K. D. (1984). Commitment to the dominant social paradigm and concern for environmental quality. Social Science Quarterly, 65, 1013-1028.
Feygina, I., Jost, J. T. & Goldsmith, R.E. (2010). System Justification, the Denial of Global Warming, and the Possibility of “System- Sanctioned Change”. Personality and Social Psychology Bulletin 36(3) 326–338.
Gallup Poll. (2009). Environment. Retrieved October 30, 2009: http://www.gallup.com/poll/107593/partisan-gap-globalwarming-grows.aspx
Gregersen, T., Doran, R., Böhm, G., Tvinnereim, E., & Poortinga, W. (2020). Political orientation moderates the relationship between climate change beliefs and worry about climate change. Frontiers in Psychology, 11, 12.
Jost, J. T., Blount, S., Pfeffer, J., & Hunyady, Gy. (2003). Fair market ideology: Its cognitive-motivational underpinnings. Research in Organizational Behavior, 25, 53-91.
Jost, J. T., Glaser, J., Kruglanski, A. W., & Sulloway, F. (2003). Political conservatism as motivated social cognition. Psychological Bulletin, 129, 339-375.
Jost, J. T., Nosek, B. A., & Gosling, S. D. (2008). Ideology: Its resurgence in social, personality, and political psychology. Perspectives on Psychological Science, 3, 126-136.
Kilbourne, W. E., Beckmann, S. C., & Thelen, E. (2002). The role of the dominant social paradigm in environmental attitudes: A multinational examination. Journal of Business Research, 55, 193-204.
Pirages, D. C, & Ehrlich, P. R. (1974). Ark II: Social response to environmental imperatives. San Francisco: Freeman.
Schneider-Mayerson, M., Leong, K.L., (2020). Eco-reproductive concerns in the age of climate change. Climatic Change 163, 1007–1023.
The Guardian, 2019: https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2019/mar/12/birthstrikers-meet-the-women-who-refuse-to-have-children-until-climate-change-ends
Yale Program on Climate Change Communication, 2022: https://www.esteri.it/wp-content/uploads/2022/09/LUISS-Come-individuare-e-contrastare-operazioni-coordinate-di-disinformazione-in-Italia.pdf

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