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La dissonanza cognitiva è un fenomeno sociale che si verifica quando un individuo attiva idee, credenze, opinioni ecomportamenti tra loro in contrasto o divergenti.
Questa teoria fu scoperta dallo psicologo e sociologo Leon Festinger (1957) e descrive una condizione di incoerenza e disagio che verrebbe sperimentata dal soggetto a causa del conflitto tra le proprie azioni con le regole morali.
Secondo tale teoria, l’individuo tenterebbe di eliminare o ridurre la causa del disagio psicologico attivando, più o meno consciamente, quei processi volti a ristabilire una coerenza interna, questo perchè la contraddizione può intaccare in modo significativo l’autostima del soggetto.
Per dimostrare questo fenomeno, fu condotto da Festinger e Carlsmith (1959) un esperimento presso la Stanford University (Perussia, F. (2015).
Nell’esperimento venne coinvolto un gruppo di studenti, questi furono esaminati singolarmente e venne chiesto loro di partecipare, per un’ora, ad un esperimento basato su prove molto noiose.
I partecipanti dovevano portare a termine due compiti: svuotare e riempire un vassoio con rocchetti di filo e girare quarantotto mollette di legno su un ripiano, a ripetizione.
Dopo aver sottoposto gli studenti a tali attività, prima di far uscire ciascuno di loro dalla stanza, lo sperimentatore affermava che molte altre persone avessero trovato il compito interessante. Ciò aveva l’obbiettivo di generare confusionenegli studenti. In seguito, venne chiesto ad alcuni studenti di mentire e dire al partecipante successivo che l’esperimento fosse divertente e ad alcuni venne data una ricompensa in denaro.
Festinger, infatti, all’insaputa dei partecipanti, creò tre gruppi:
- Primo gruppo: ai candidati non veniva chiesto di mentire e non veniva offerto denaro;
- Secondo gruppo: ai candidati veniva chiesto di mentire partecipanti successivi e ottenevano una ricompensa di 1$;
- Terzo gruppo: ai candidati veniva chiesto di mentire partecipanti successivi e ottenevano una ricompensa di 20$;
Una volta conclusa questa fase, veniva infine chiesto ai partecipanti dei tre gruppi di rivelare il loro reale atteggiamento verso il compito, dovevano dare la loro reale valutazione della prova.
I risultati furono sorprendenti perché variavano in funzione delle bugie dette e del denaro ricevuto:
- Primo gruppo: valutarono il compito molto noioso, in maniera più negativa degli altri due gruppi;
- Secondo gruppo (un dollaro): valutarono il compito relativamente divertente, dunque più piacevole rispetto al primo gruppo;
- Terzo gruppo (20 dollari): valutarono il compito abbastanza noioso, ma non al livello dei giudizi espressi dal primo gruppo;
Quindi, nella fase di valutazione finale, solo il gruppo di partecipanti che ricevette un dollaro per mentire valutò positivamente il compito. Queste persone, verosimilmente, non trovarono in questo scarso guadagno una giustificazione adeguata all’aver detto una bugia. Perciò misero in atto una risorsa spontanea: cambiarono a posteriori il proprio atteggiamento reale e si dichiararono divertiti dall’esperimento, proprio per risolvere la dissonanza.
Al contrario coloro che ricevettero 20 dollari ebbero una giustificazione adeguata per accettare la propria menzogna: per tale cifra poteva valere la pena dire una bugia, dunque la discrepanza venne risolta da questa consapevolezza e la valutazione finale risultò inalterata.
Ma come si puo risolvere la dissonanza? Questo fenomeno, che ci riguarda e che possiamo sperimentare nella vita di tutti i giorni, può essere risolto in tre modi:
- producendo un cambiamento nell’ambiente;
- modificando il proprio comportamento;
- modificando il proprio sistema di rappresentazioni, credenze e idee.
Tra quest’ultime sono presenti le tecniche di neutralizzazione che permetterebberp al soggetto di escludere o diminuire la responsabilità morale individuale negando e ridefinendo il senso del proprio agire (Crisp, R. J., & Turner, R. N. (2017). Pertanto, la distanza cognitiva ci costringe a riflettere sui nostri valori e sulle contraddizioni a cui spesso andiamo incontro, spingendoci a modificare il nostro modo di agire.
Di Selene Amonini
Bibliografia
Carlsmith JM., Festinger L.A. (1959).Cognitive Consequences of Forced Compliance. Journal of Abnormal and Social Psychology, 58, 203-210.
Crisp, R. J., & Turner, R. N. (2017). Psicologia sociale.
Festinger, L. (2001). Teoria della dissonanza cognitiva. Franco Angeli
Festinger L. A. (1957). Theory of Cognitive Dissonance. Evanston, IL: Ros, Peterson.
Leon Festinger (1973). A Theory of cognitive dissonance. California, Stanford University.
Perussia, F. (2015). Storia della psicologia. Manuale di scienze della mente.

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