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Con il termine gaslighting si indica uno specifico tipo di abuso emotivo in cui i due soggetti coinvolti sono il gaslighter e la vittima che, a causa dei comportamenti messi in atto dal suo manipolatore, inizia a dubitare di tutto quello che pensa, ricorda e percepisce nella realtà che la circonda.
I suoi punti di vista e la sua stessa sanità mentale diventano per il gaslighter delle entità da corrodere attraverso due strumenti: le parole e le azioni. (T. Cantelmi, M. Pensavalli, P. Serafini, 2021).
L’espressione gaslighting deriva dall’opera teatrale intitolata “Gas Light” (1938) del drammaturgo britannico Patrick Hamilton, la quale fu soggetta a due adattamenti cinematografici del 1940 e del 1944.
In ogni versione, i protagonisti sono rispettivamente marito e moglie. Leggendo questa frase si potrebbe pensare a primo impatto ad un matrimonio felice e spensierato, ma in realtà la dinamica relazionale che caratterizza questi film è quella che si viene a creare tra la vittima e il gaslighter. Infatti, nel corso della storia il marito attua tutta una serie di comportamenti nei confronti della moglie per indurla alla pazzia, calando l’intensità delle lampade a gas presenti nell’ambiente e facendole credere che questo episodio, come tanti altri, non è altro che frutto della sua immaginazione.
Vedere negata la veridicità dei piccoli aspetti della propria vita quotidiana da parte di una persona verso cui si nutre fiducia e rispetto, spingerebbe chiunque verso la confusione perché inaspettatamente ci si scopre incapaci di distinguere il vero dal falso in completa autonomia.
Questo sintomo che altera lo stato psichico della vittima è riscontrabile nel primo stadio del processo di gaslighting denominato “distorsione della comunicazione” a causa delle finzioni espresse dal manipolatore. A questa fase ne seguono altre due ovvero: il tentativo di difesa che viene perseguito dalla vittima col fine di convincere invano il suo abusante di star mentendo su tutto quello che afferma e la depressione, in cui l’oppresso si rassegna e comincia a credere ciecamente al manipolatore, spinto dalla sicurezza ostentata da quest’ultimo rispetto a tutto quello che fa e che comunica. Il raggiungimento dello stadio finale rende la vittima estremamente dipendente e vulnerabile, marcandola con profonde ferite psicologiche che influenzano negativamente l’intero arco della sua vita.
“Come si sente la donna maltrattata, e cosa fa per uscire dalla violenza?” (Walker, 1970).
La resa finale della vittima nei confronti del proprio oppressore rappresenta di per sé una presa di posizione che è stata analizzata dettagliatamente dalla psicologa Leonore Walker. Negli anni settanta, questa studiosa sviluppò la sua teoria sul “ciclo della violenza” (Walker, 1979), ovvero un modello di evoluzione della violenza osservato di frequente nei rapporti di coppia. Walker capì che le vittime di violenza, come nel caso del fenomeno del gaslighting, a fronte della loro impossibilità di prendere in mano le redini della situazione, si arrendono al cospetto dell’oppressore.
Questo stato di impotenza è caratterizzato dalla presenza di ansia e depressione che inducono il soggetto a restare a fianco del proprio partner.
Esistono anche delle altre ragioni che potrebbero spingere le vittime a scegliere di restare all’interno di una relazione abusante come il principio della personalità dipendente. Gli individui che hanno questo tipo di personalità sono bisognosi di accudimento e hanno paura che il loro partner li possa abbandonare da un momento all’altro, perciò piuttosto che restare soli, decidono di continuare ad avere al proprio fianco una persona abusante.
Valentina Tescari
valentina.tescari01@icatt.it
BIBLIOGRAFIA:
- Cantelmi T., Pensavalli M. & Serafini P. (2021). IL gaslighting come forma di abuso emotivo nella relazione di dipendenza affettiva DOI: 10.3280/mdm1-2021oa12639
- ISTAT (2015). La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia.
- State of mind (2021). I legami patologici nei casi di maltrattamento domestico: la Battered Woman Syndrome (BWS) – Simon G. (2011). Gaslighting as a Manipulation Tactic: What It Is. Who Does It and Why.
- Seligman M.E.P. (1975). Helplessness: On Depression, Development, and Death. San Francisco. W.H. Freeman – Walker L. (1970). La sindrome della donna maltrattata. New York. Springer.
- Walker (1979) il ciclo della violenza

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