Cambiamento Climatico e Salute Mentale
Tempo lettura: 5 minuti
Il 19 Settembre, presso la Casa della Psicologia di Milano, si è tenuto un evento sulla tematica dell’Ecoansia: la conferenza esponeva l’interrogativo riguardo la necessità e possibilità di “aprire una nuova categoria diagnostica” per meglio descrivere il sempre più crescente disagio psicologico legato al cambiamento climatico. Questo aspetto da solo è sufficiente a portarci alla riflessione sull’importanza di ciò che sta accadendo attorno a noi, e dentro di noi. Ma facciamo un passo indietro per cercare, in primis, di meglio comprendere quale impatto il cambiamento climatico ha sulla nostra salute: secondo il Lancet Countdown il cambiamento ecologico sta già influenzando la salute in tutta la regione Europea attraverso eventi meteorologici sempre più frequenti ed estremi, alterazioni dei sistemi idrici e alimentari, ondate di calore di intensità crescente e diversi cambiamenti nell’ambiente che lo rendono meno idoneo alla sopravvivenza di specie animali e dell’uomo. Inoltre, la parte del mondo che abitiamo, la regione mediterranea, risulta particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici poiché mostra un riscaldamento del 20% più veloce rispetto alla media globale, implicando un maggior rischio di problemi di salute legati al calore.
Un numero crescente di studi in tutto il mondo collegano il cambiamento climatico e la salute: tuttavia, il bilancio del cambiamento climatico sulla nostra salute mentale è stato studiato molto meno. Gli sforzi per combinare studi psicologici e sociali in relazione alla crisi ecologica evidenziano tre tipologie di conseguenze psico-sociali: indirette, circostanziali e dirette. Queste ultime riguardano proprio la consapevolezza del cambiamento climatico in corso che genera uno stato di malessere psicologico e ansia, poiché la crisi ambientale globale è percepita estremamente minacciosa. Questa condizione può essere nominata come Eco-ansia.
Ma di cosa si tratta?
L’ Eco-ansia è definita come “La sensazione generalizzata che le basi ecologiche dell’esistenza siano in procinto di crollare”. Si attiva soprattutto pensando al cambiamento climatico antropogenico, alle calamità ambientali causate dai cambiamenti climatici, all’estinzione di specie vegetali e animali e di interi ecosistemi, all’inquinamento globale e alla deforestazione. Definita dall’APA come «una paura cronica del destino ambientale», ha manifestazioni più o meno gravi a livello individuale. Nonostante non sia ancora considerata un disturbo d’ansia, ma piuttosto una reazione alla gravità della crisi ecologica, sono evidenti i casi in cui l’eco-ansia è così forte che risulta necessario ricorrere a un supporto terapeutico. I fattori di vulnerabilità all’ecoansia comprendono la giovane età, l’esposizione a notizie inquietanti sulla crisi ecologica e lo svolgere una professione che riguarda la sostenibilità.
Una recente Review della letteratura di ricerca sul rapporto tra cambiamento climatico, fattori di stress e salute mentale in Italia (Massazza, Ardino & Fioravanzo, 2022) si pone l’obiettivo di incoraggiare un maggior numero di studi e un’azione politica sul rapporto tra il cambiamento climatico e la salute mentale. I risultati della ricerca evidenziano la necessità di una maggiore considerazione degli impatti sulla salute mentale dei climate change stressors e maggiore attenzione alla prevenzione, promozione e risposta nella politica, nella ricerca e nella pratica clinica. Così, un ulteriore lavoro che rappresenta un grandioso passo in questa direzione è la prima Survey italiana per indagare il legame tra preoccupazioni per il cambiamento climatico e salute mentale nella popolazione giovanile (Szadejko & Fioravanzo, 2024). Il questionario si può compilare online (https://climaorganizzativo.limesurvey.net/398551?newtest=Y&lang=it) e si trova condiviso sui siti di Green Peace o dell’Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management.
L’eco-ansia sembra essere mitigata da alcuni fattori, quali: la percezione di essere “presi sul serio” da parte di amici e parenti e in generale dal proprio ambiente sociale; la possibilità di confrontarsi e parlare di questo tema; la sensazione che i governi e le autorità locali stiano concretamente agendo per sviluppare misure protettive verso l’ambiente; l’opportunità di ‘fare qualcosa’ a livello individuale o familiare (cambiare abitudini di acquisto, di uso delle risorse energetiche, di spostamento). Ne consegue che, qualora questi fattori manchino, i livelli di ansia legati al cambiamento climatico possono aumentare: ad esempio, l’angoscia si acuisce quando è accompagnata dalla convinzione che la risposta dei governi alla crisi climatica sia inadeguata o se non è percepita alcuna possibilità di intervento.
Comprendere i percorsi che collegano i cambiamenti climatici alla salute mentale e identificare possibili risposte per proteggere il benessere psicologico e rispondere ai crescenti bisogni di salute mentale è fondamentale per fronteggiare il disagio che si prova di fronte ad un tema così ampio, potente ed importante, come quello del cambiamento climatico.
Camilla Villa
camilla.villa@outlook.it
BIBLIOGRAFIA
Alessandro Massazza, Vittoria Ardino & Rita Erica Fioravanzo (2022) Climate change, trauma and mental health in Italy: a scoping review, European Journal of Psychotraumatology, 13:1
Caamano-Isorna, F., Figueiras, A., Sastre, I., Montes-Martínez, A., Taracido, M., & Piñeiro-Lamas, M. (2011). Respiratory and mental health effects of wildfires: An ecological study in Galician municipalities (north-west Spain). Environmental Health: A Global Access Science Source, 10, 48.
Hickman, C. et al., Climate anxiety in children and young people and their beliefs about government responses to climate change: a global survey, The Lancet Planetary Health, Volume 5, Issue 12
Ray, S. J. (2020) A Field Guide to Climate Anxiety: How to Keep Your Cool on a Warming Planet. Oakland, CA: University of California Press.Pihkala, P. 2020b. ‘Anxiety and the Ecological Crisis: An Analysis of Eco-anxiety and Climate Anxiety’. Sustainability, 12 (19), 7836
Romanello, M., Daalen, K. van, Anto, J. M., Dasandi, N., Drummond, P., Hamilton, I. G., Jankin, S., Kendrovski, V., Lowe, R., Rocklöv, J., Schmoll, O., Semenza, J. C., Tonne, C., & Nilsson, M. (2021). Tracking progress on health and climate change in Europe. The Lancet Public Health, 0(0).
UNEP. (2020). Climate change in the Mediterranean. https://www.unep.org/unepmap/resources/factsheets/climate-chang

Lascia un commento