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Il ritmo circadiano, dal latino “circa diem”, “circa un giorno”, è un ciclo biologico di approssimativamente ventiquattro ore che regola vari processi fisiologici e comportamentali negli esseri viventi, tra cui il sonno, la produzione di ormoni e il metabolismo.
Le prime ricerche sui ritmi circadiani risalgono agli anni ’60, quando alcuni biologi scoprirono che molti processi fisiologici seguono un ciclo di circa ventiquattro ore. Studi successivi hanno dimostrato l’esistenza di un particolare gruppo di geni, i “geni orologio”, che regolano questi ritmi. Questi geni, in particolare, controllano la produzione di proteine, le cui oscillazioni – aumento e diminuzione – controllano le funzioni biologiche.
La luce naturale è il principale sincronizzatore del ritmo circadiano. L’esposizione alla luce solare regola l’attività del nucleo soprachiasmatico (SCN), un gruppo di neuroni situato nell’ipotalamo del cervello. L’SCN agisce come un “orologio principale”, sincronizzando altri orologi biologici presenti in vari tessuti e organi del corpo. In condizioni normali, la luce del giorno sopprime la produzione di melatonina, mantenendoci attenti e vigili. Con il calare della sera e la riduzione della luce, la produzione di melatonina aumenta, preparandoci al sonno.
Tuttavia, la luce blu, emessa in grande quantità da dispositivi elettronici come smartphone, tablet, computer e TV, ha un impatto significativo sul ritmo circadiano umano, tanto da poter interferire con questo naturale processo di regolazione del sonno. L’esposizione alla luce blu durante le ore serali e notturne inibisce la produzione di melatonina, rendendo più difficile addormentarsi e dormire. Questa esposizione può anche portare ad un ritardo del ritmo circadiano, posticipando il ciclo sonno-veglia e influendo sulla qualità del sonno, vengono infatti ridotti il sonno profondo e il sonno REM, fasi cruciali per il recupero fisico e mentale. Oltre alla luce, altri fattori come la temperatura, i pasti, l’attività fisica e le interazioni sociali possono influenzare il ritmo circadiano.
Per concludere, è interessante notare come il ritmo circadiano possa influenzare vari aspetti del comportamento e della personalità. Ad esempio, alcune persone vengono definite “allodole”, poiché tendono a svegliarsi presto e a essere più produttive nelle prime ore del giorno. Al contrario, invece, i “gufi”, preferiscono andare a letto tardi e tendono a essere più attivi e vigili di notte. Queste predisposizioni, note come cronotipi, possono avere implicazioni significative sulla salute mentale e fisica, nonché sulla performance lavorativa e scolastica. Uno studio del 2012 pubblicato su Personality and Individual Differences ha suggerito che i cronotipi mattutini tendono ad essere più coscienziosi e meno propensi al rischio rispetto ai cronotipi serali. Invece, altri studi hanno indicato che i “gufi” possono essere più creativi , ma sono anche più suscettibili a disturbi dell’umore come depressione e ansia.
Di Ines Fila
Bibliografia
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