IL CONCETTO DI SÉ E LE DISTORSIONI COGNITIVE

Tempo di lettura: 4 minuti

Da definizione, con il termine personalità si intende l’insieme delle caratteristiche psichiche e delle modalità comportamentali (inclinazioni, interessi, passioni) che caratterizzano un individuo con sé stesso e con la società che lo circonda.

La nostra coscienza, come dice Freud, non è monolitica: essa è come un iceberg in cui la parte emersa, pienamente cosciente e da noi vissuta come tale, è solo la punta di una porzione molto più estesa e sommersa rispetto alla nostra consapevolezza. Alla luce di quanto appena detto, non sempre si ha una percezione giusta di se stessi, dell’interezza della nostra persona e delle mille sfaccettature che può presentare.

A volte, durante una conversazione, capita a tutti di doversi “definire”, di dover descrivere la propria personalità al fine di offrire un quadro più o meno veritiero di se stessi alla persona con cui si parla con lo scopo di farsi “conoscere”. Tutto ciò può avvenire solo dopo aver messo a punto l’idea che si ha della propria persona, che gli altri hanno di noi e in che modo ci si giudica in relazione all’altro. Ciò di cui si sta parlando non è altro che il concetto di sé: una percezione generale che l’individuo ha di se stesso, risultante di esperienze di vario tipo e che si modifica nel tempo e nell’interazione con l’ambiente. Tale concetto si sviluppa nei primi anni di vita del bambino, il quale si riconosce come oggetto del proprio pensiero e, crescendo, si identifica nei valori, nelle credenze e nella cultura che gli vengono trasmessi dalla società in cui vive.

Man mano che si cresce e si acquisisce maggiore consapevolezza di se stessi, si è in grado di creare un quadro di aggettivi, più o meno oggettivi, che ci rispecchiano, sia come conseguenza di una conoscenza personale più profonda sia come frutto della percezione che gli altri hanno di noi.

Occorre, però, fare attenzione alla descrizione e definizione di sé stessi, all’impiego e alla frequenza con cui si utilizzano determinati aggettivi. Può capitare, infatti, che ci si crei un’immagine di sé distorta da quella che effettivamente è: le distorsioni cognitive sono espedienti che la nostra mente utilizza per modellare la realtà e per far apparire una cosa apparentemente non vera assolutamente reale.

Modellare la realtà non è un fatto negativo: permette di affrontare le cose in modo più leggero, di vederle da più punti di vista ma può anche risultare difficile da gestire nel momento in cui si innescano nella persona dei pensieri irrazionali che la mettono in conflitto con sé stessa. Può succedere, ad esempio, che, dopo aver vissuto brutte esperienze, la nostra mente costruisca delle credenze errate che inevitabilmente limitano il nostro campo d’azione e la nostra visione della vita. Tutto questo, a lungo andare, può portare un malessere interiore e un senso di smarrimento di sé.

Bisogna ricordare, però, che è possibile cambiare approccio, punto di vista: le esperienze negative capitano nel corso della vita ma, a volte, è possibile accoglierle al fine di migliorare il nostro presente. Anche il modo di descrivere un’esperienza e i termini che si utilizzano influenzano la nostra visione del mondo e, perciò, è giusto modellarli e renderli meno “cupi” per accoglierli con più gentilezza.

L’ultimo punto, ma non in ordine di importanza, che è necessario considerare quando ci si rapporta al proprio sé è il rapporto con l’altro: che sia un nostro familiare, un nostro amico o in alcuni casi anche un terapeuta, è fondamentale costruire una relazione interpersonale che, anche solo tramite una chiacchierata, ci possa mettere nella condizione di esprimere la nostra emozione, il nostro pensiero senza inibizione in modo da ridimensionarlo e renderlo più razionale. Ciò anche perché l’immagine di sé è un importante regolatore delle interazioni sociali dal momento in cui i rapporti con gli altri vengono regolati sulla base della percezione della singola persona.

È importante avere un’immagine di sé corretta, che non sia né sminuita né ipervalorizzata. Chi ha un’immagine corretta, che sia fedele alla realtà, si stima per ciò che è, senza avere il bisogno di appoggiarsi agli altri.

Di Marcella Fiorentino  

marcellafiorentino99@gmail.com

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

http://www.isfo.it/files/File/2015/Gjoni15.pdf

http://www.milano-psicologa.it/distorsioni-cognitive

https://it.wikipedia.org/wiki/Personalità#Psicologia_delle_personalità

Psicologia Conoscere se stessi e gli altri, Armando Curcio Editore, vol.1

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