Dallo psicologo vanno i matti? Sfatiamo questo mito una volta per tutte

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Quante volte vi è capitato di sentire persone dire: “Io non vado dallo psicologo perché…” e di seguito numerose motivazioni spesso poco realistiche e influenzate da credenze comuni? Tra queste la più comune è che “dallo psicologo vanno i matti”. Ma la realtà è ben diversa. Ecco perché è arrivato il momento di sfatare questo mito una volta per tutte.

Innanzitutto, è importante sottolineare che le persone decidono di iniziare un percorso psicologico per numerose motivazioni. Secondo una ricerca dell’ISTAT, infatti, circa 1 italiano su 5 ha dichiarato di aver chiesto supporto psicologico almeno una volta nella vita.

Tra i motivi, troviamo per prima cosa il desiderio di scavare dentro di sé e fare un percorso di crescita personale. Molte persone desiderano, infatti, accrescere la loro autostima, la fiducia e la sicurezza in loro stessi. Altri vogliono lavorare su alcuni aspetti del loro carattere. Altri ancora vogliono acquisire una chiave di lettura della realtà diversa dal solito e imparare ad analizzare e affrontare ciò che vivono in modo nuovo. 

E, questi sono alcuni dei motivi che spesso dimentichiamo e che ci spingono a credere che per rivolgersi a uno psicologo bisogna necessariamente avere un “problema grave”. 

Questo non toglie, ovviamente, che un gran numero di persone decide di rivolgersi a un professionista per affrontare una particolare difficoltà. I momenti difficili e gli ostacoli che si presentano nella vita oggigiorno possono essere parecchi e di ogni tipo, ad esempio cattivi rapporti con i colleghi, difficoltà nelle relazioni e situazioni economiche particolarmente difficili

In questi casi, molti cercano supporto da partner, amici o parenti. Ma, purtroppo, il loro aiuto non può sostituire quello di un professionista. Uno psicologo, infatti, è una figura completamente esterna, in nessun modo coinvolta direttamente nella vita del paziente. Questo permette di ottenere un aiuto maggiore e soprattutto neutrale. Tutto ciò con un amico o familiare non sarebbe possibile. Le persone vicine a noi tenderanno infatti a prendere una posizione favorevole nei nostri confronti, a “darci ragione” e a fornire consigli basati solo sulla loro esperienza, che per quanto possa essere rilevante, purtroppo non può aiutarci più di tanto. 

Questo dimostra quindi, che chiedere aiuto o conforto ad amici e parenti non sempre è così utile come sembra. Quando affrontiamo dei momenti di transizione, ad esempio, come la fine o l’inizio di una relazione, un percorso di studi o il cambiamento del posto di lavoro, lo psicologo può offrirci uno spazio neutro, protetto e guidarci nella comprensione e soprattutto nella rielaborazione di ciò che stiamo vivendo, senza in alcun modo giudicarci.

Detto ciò, un gran numero di persone poi si rivolge a uno psicologo o a uno psicoterapeuta per affrontare delle situazioni ancora più complesse. Ad esempio, una percentuale elevata di persone cerca supporto per mitigare ansia, stress, agitazione, panico e attacchi improvvisi, che possono influenzare negativamente le attività quotidiane.

Altre ancora soffrono di disturbi psichici. Tra questi, ad esempio, possiamo citare i disturbi dell’umore, come la depressione; le conseguenze di traumi psicologici, ad esempio il PTSD; e i disturbi del comportamento alimentare (DCA). Anche in questi casi, il percorso psicologico non è segno di “pazzia”, ma una risorsa fondamentale per stare meglio.  Molto spesso, è il primo passo verso una vita più equilibrata e soddisfacente.

Purtroppo, però i pregiudizi persistono. Numerose sono le persone che ritengono ancora che andare dallo psicologo sia “qualcosa di cui vergognarsi”. Tuttavia, le fonti attuali indicano fortunatamente una tendenza positiva verso l’immagine dello psicologo. La scienza, a tal proposito, ne conferma i benefici. Numerosi studi, infatti, confermano che la psicoterapia ha un’efficacia comparabile, in molti casi superiore, a quella dei farmaci, in particolare nei casi di ansia lieve, depressione moderata e disturbi relazionali.

Quindi, smettiamola di giudicare chi chiede aiuto.

Ogni persona che sceglie di andare dallo psicologo ha una motivazione unica, personale e legittima.
Non sta a noi giudicarla, ma semmai comprendere, accettare, supportare e normalizzare questo tipo di scelta.

Andare dallo psicologo non è da deboli, da “strani” e soprattutto non è da “matti”. È da persone coraggiose, che decidono di affrontare sé stesse, le proprie difficoltà e i propri desideri, con consapevolezza. 

E tu? Hai mai pensato che forse potresti trarre anche tu qualcosa di buono da uno spazio tutto tuo, dove parlare senza paura, senza filtri, e senza vergogna?

Aurora Fercosini

aurora-fercosini@outlook.it

aurora.fercosini01@icatt.it 

Sitografia

https://www.psy.it/ 

https://www.istat.it/ 

https://www.opl.it/public/files/2445-Cartoline_Pregiudizio_2016.pdf 

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