“Certe cose è meglio farle in privato”: una spiegazione psicologica dell’omofobia

Tempo di lettura: 6 minuti

Voghera.  Marzo, 2021: due ragazze, Aurora e Valentina, sono in un parco indisturbate e si danno un bacio a stampo. La tranquillità di questo momento viene interrotta da un uomo che si avvicina alle due ragazze e gli intima di smetterla perché: “ci sono dei bambini e un bacio tra due donne non è bello”. Dietro alle parole dell’uomo, apparentemente pacifiche, si nascondono pregiudizio e discriminazione. Non è sufficiente affermare qualcosa con educazione perché questa diventi meno grave. Questo episodio ha suscitato l’indignazione di molti che, condannando l’atteggiamento dell’uomo, hanno mostrato il loro sostegno alla coppia commentando il video pubblicato sui social.

Ma com’è possibile spiegare il fenomeno da un punto di vista psicologico? Cosa porta una persona ad essere così infastidita da un semplice bacio? Possiamo trovare la risposta nella definizione di pregiudizio: un atteggiamento negativo o un preconcetto su un gruppo e sui suoi membri. In questo caso siamo di fronte ad un esempio di pregiudizio negativo nei confronti degli omosessuali e alla credenza erronea, smentita dall’ OMS nel 1984, che l’omosessualità sia un comportamento “non sano” e condannabile. Questo tipo di pregiudizio prende il nome di omofobia: “forma di violenza basata sulla vulnerabilità di un certo gruppo di persone a causa del loro (vero o presunto) orientamento sessuale, che produce non solo discriminazione ma anche invisibilità” (Borrillo, 2020). È possibile distinguere due tipi di omofobia: l’omofobia generale e l’omofobia specifica. La prima un’estensione del sessismo, ovvero della discriminazione verso le persone a cui si attribuiscono tratti che apparterrebbero all’ altro genere (ad esempio, nel caso in cui un uomo indossi una maglietta rosa, colore universalmente riconosciuto come legato alla femminilità). L’omofobia specifica, invece, comprende atteggiamenti ostili specificatamente rivolti a gay e lesbiche. Nel caso delle donne lesbiche possiamo individuare una duplice forma di discriminazione: una legata al fatto di essere donne e l’altra legata al fatto di essere omosessuali (Borrillo, 2009). Nei testi approvati a Strasburgo dal Parlamento Europeo, l’omofobia viene considerata analoga ad altre forme di discriminazione come razzismo, xenofobia, antisemitismo e sessismo. Inoltre, sempre nel documento presentato a Strasburgo per la Risoluzione del Parlamento europeo sull’omofobia in Europa, approvata il 18 gennaio 2006, viene espresso che “l’omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti, spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all’obiezione di coscienza”.

Quello che è successo alle due ragazze non è un caso unico. Il 26 febbraio 2021 l’attivista Jean Pierre Moreno, originario del Nicaragua, è stato aggredito nella stazione della metro Valle Aurelia a Roma.  “Mentre mi baciavo col mio compagno – ha raccontato a Gaynews Jean Pierre Moreno -, abbiamo sentito improvvisamente un uomo urlare dalla banchina di fronte: ‘Che cosa fate? Non vi vergognate?’. Dopo avergli risposto: ‘Ma a te che ti frega?’ e aver ripreso a baciarmi col mio compagno, il tizio ha attraversato i binari e ci ha raggiunti, colpendo prima all’occhio il mio compagno”.  Il video1 che testimonia l’accaduto è diventato virale sul web: l’aggressore, già precedentemente coinvolto in episodi di comportamenti violenti, è stato successivamente identificato grazie alle indagini e alla visione delle telecamere di sorveglianza situate nella metro e ora rischia una denuncia.

Anche in questo caso le radici dell’aggressione risiedono nell’omofobia, la quale ha una forte componente legata ai pregiudizi. Questi ultimi derivano da una cultura eteronormativa, per cui qualsiasi orientamento sessuale diverso da quello eterosessuale viene visto con sospetto.

Secondo il National Alliance on Mental Illness il rischio di sviluppare una patologia mentale è tre volte più alto per gli appartenenti alla comunità LGBT rispetto alla popolazione eterosessuale. Mentre, quello che riporta il Trevor Project è ancora più spaventoso: il suicidio è la seconda causa di morte per i ragazzi tra i 10 e i 24 anni, ma tra gli adolescenti omosessuali è tentato 4 volte di più rispetto agli adolescenti eterosessuali. A fronte di questi dati e a causa del continuo stigma di cui è vittima la comunità LGBT, si è sentita l’esigenza di una legge specifica per tutelarla dai crimini d’odio.

Ma la discriminazione non deve essere per forza esplicita e tangibile attraverso violenze fisiche. Spesso i giovani omosessuali, a causa della pressione sociale e dello stigma, sono vittime di omofobia interiorizzata (insieme di sentimenti negativi come ansia, disprezzo e avversione che gli omosessuali provano nei confronti dell’omosessualità, altrui o propria) che può sfociare anche nel suicidio a causa della vergogna provata nei confronti del proprio Io e della propria identità, differente da quella della maggioranza.

Ma da cosa può derivare il comportamento omofobo? Tale modalità di azione e pensiero potrebbe essere inconsciamente riconducibile alla sfera (Herek, 1984):

  1. Esperienziale: si interpreta la realtà sulla base di esperienze avute precedentemente con persone omosessuali;
  2. Difensiva: si cercano di risolvere i propri conflitti interiori e le proprie ansie, proiettandoli sugli omosessuali;
  3. Simbolica: viene utilizzata per esprimere convinzioni ideologiche strettamente legate a delle parti di sé relative alla propria rete sociale e al proprio gruppo di riferimento.

Nel corso del tempo furono compiuti molti studi per indagare l’origine dell’omofobia. Uno in particolare cercò di approfondire cosa si nasconde dietro al rancore nei confronti dell’omosessualità: Adams, Wright e Lohr (1996) hanno indagato il ruolo della risposta sessuale in uomini eterosessuali alla presentazione di stimoli omosessuali.

I partecipanti all’esperimento sono stati suddivisi in due gruppi (omofobi e non-omofobi) sulla base di un questionario costruito per indagare l’atteggiamento nei riguardi dell’omosessualità. Gli stessi sono stati poi esposti ad immagini erotiche sessualmente esplicite eterosessuali e omosessuali. Durante l’esperimento sono state misurate le variazioni della circonferenza del pene, tenute in considerazione come indice della relativa eccitazione sessuale in risposta agli stimoli. Entrambi i gruppi hanno mostrato un aumento della circonferenza del pene in risposta a video con scene a carattere eterosessuale e a donne omosessuali. Solo gli uomini “omofobi” hanno mostrato un aumento dell’erezione del pene in risposta alla presentazione di immagini a carattere omosessuale tra uomini.

Secondo questo studio, troverebbero una spiegazione empirica le numerose teorie psicoanalitiche secondo le quali l’omofobia sarebbe il risultato di un’omosessualità repressa o latente, definita come l’eccitazione omosessuale che l’individuo nega o di cui non è consapevole (West, 1977). La teoria che dietro all’omofobia possa celarsi una particolare attrazione, seppur repressa, proprio per persone dello stesso sesso è supportata anche da uno studio (Weinstein N. et al. 2012) pubblicato su Journal of Personality and Social Psychology.

Un’altra spiegazione di questi dati si trova in Barlow, Sakheim, e Beck (1983), secondo cui è possibile che la visione di stimoli omosessuali provochi forti emozioni negative negli uomini omofobi ma non negli uomini non-omofobi. Poiché è stato dimostrato che l’ansia aumenta l’eccitazione e di conseguenza l’erezione (Barlow, 1986), questa teoria prevedrebbe che l’aumento dell’erezione negli uomini omofobi di fronte alla presentazione di stimoli omosessuali sia una funzione della condizione di minaccia percepita piuttosto che di un’eccitazione sessuale vera e propria.

Tuttavia, alla luce di quello che è stato evidenziato da questi studi, rimane la domanda su quale sia la ragione alla base della discriminazione sessuale nei confronti degli omosessuali. Potremmo ipotizzare, come suggerito dallo psicoterapeuta Ruggiero (2011), nel suo articolo su State of Mind,che alla base di questa discriminazione vi sia l’ignoranza sessuale intesa come “non conoscenza” dei meccanismi alla base del processo di differenziazione sessuale. 

A prescindere da quelle che sono le ragioni che portano le persone a mettere in atto comportamenti negativi, questi devono essere condannati e prevenuti. E’ importante mettere a punto strategie ed interventi volti a proteggere le persone appartenenti alla comunità LGBT ed interventi di sensibilizzazione e formazione su queste tematiche.

Non si nasce omofobi, lo si diventa senza un’accurata educazione alla diversità. 

Di Agnese Zardi, Alessandra Amoroso, Lina Rita Crimi, Sabrina Seccia e Silvia Salice

agnese.zardi5@gmail.com
a.amoroso1997@gmail.com
linarita.crimi01@icatt.it
sabrina.seccia01@icatt.it
silvia.salice01@icatt.it

Bibliografia e sitografia

Adams, H. E., Wright Jr, L. W., & Lohr, B. A. (1996). Is homophobia associated with homosexual arousal?. Journal of abnormal psychology, 105(3), 440.

Barlow, D. H., Sakheim, D. K., & Beck, J. G. (1983). Anxiety increases sexual arousal. Journal of Abnormal Psychology, 92(1), 49.

Boni, F. (2021). Gay.it, “Ci sono i bambini perché vi baciate?”, ma Valentina e Aurora zittiscono l’omofobo: “Vai via!” – il video è virale. from https://www.gay.it/bacio-valentina-e-aurora-zittiscono-omofobo-video.

Borrillo, D. (2009). Omofobia. Storia e critica di un pregiudizio (Vol. 13). Edizioni Dedalo.

Borrillo, D. (2020) Omofobia: violenza, vulnerabilità e invisibilità. Diritto e vulnerabilità. Conferenza presentata presso l’Università di Palermo. Marzo, Palermo, Italia.

Cetrullo, L. (2018). Psychiatryonline.it. L’omosessualità tra salute mentale, suicidio e depatologizzazione. From http://www.psychiatryonline.it/node/7715

Gribic, N. (2021). Fanpage.it Ragazzi gay picchiati nella metropolitana di Roma: identificato l’aggressore. From https://www.fanpage.it/roma/ragazzi-gay-picchiati-nella-metropolitana-di-roma-identificato-laggressore/

Herek, G. M. (1984). Beyond” homophobia”: A social psychological perspective on attitudes toward lesbians and gay men. Journal of homosexuality, 10(1-2), 1-21.

Istitutobeck.it. Che cos’è l’omofobia? From     https://www.istitutobeck.com/omofobia-omofobia-interiorizzata

Roma.repubblica.it (2021). Coppia gay aggredita per un bacio. Denunciato il giovane che li ha presi a calci e pugni: ecco chi è. From https://roma.repubblica.it/cronaca/2021/03/23/news/coppia_gay_bacio_roma_identificato_aggressore-293436796/

Stateofmind.it. Matrimonio gay: bambini felici con due mamme. From       https://www.instagram.com/p/CMrbb0zCs6X/?igshid=1tzyd649co0en

Stateofmind.it. Omofobia. Fromhttps://www.stateofmind.it/tag/omofobia/

Stateofmind.it. Omofobia: paura del diverso o paura di se stessi?    

Fromhttps://www.stateofmind.it/2012/01/omofobia-discriminazione/

Tgcom24.mediaset.it (2021). Roma, due gay aggrediti in stazione: “Pestati perché ci baciavamo”. From           https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/roma-due-gay-aggrediti-in-stazione-pestati-perch-ci-baciavamo_30065010-202102k.shtml

Weinstein, N., Ryan, W. S., DeHaan, C. R., Przybylski, A. K., Legate, N., & Ryan, R. M. (2012). Parental autonomy support and discrepancies between implicit and explicit sexual identities: Dynamics of self-acceptance and defense. Journal of Personality and Social Psychology, 102(4), 815.

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