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Durante marzo e aprile 2020, a causa della pandemia, sono state chiuse le scuole e vietati i contatti sociali; in conseguenza a questi cambiamenti si è modificata la routine dell’intera popolazione. Una riduzione delle interazioni sociali aumenta il sentimento di solitudine, che è associata a problemi riguardanti la salute mentale nei bambini e negli adolescenti (Loades et al., 2020). Tuttavia, in accordo con Viner et al. (2020), la chiusura delle scuole sarebbe responsabile solo di una riduzione tra il 2 e il 4% delle morti causate da coronavirus.
Uno studio condotto su un campione rappresentativo di 1143 genitori italiani (il 62,3%) e spagnoli (il 37,7%) con figli tra i 3 e i 18 anni, ha voluto indagare quali potrebbero essere gli effetti immediati della quarantena su questi ultimi (Orgilés et al., 2020); i dati sono stati raccolti 15 giorni dopo l’inizio del primo lockdown. Il range di età dei partecipanti è tra i 18 e i 66 anni, e, l’89% dei loro figli non presentava alcun problema fisico o psicologico all’inizio del trial, inoltre, il livello di scolarizzazione dei caregiver risultava relativamente alto. I partecipanti sono stati reclutati attraverso diversi social network.
Il questionario che è stato somministrato, costruito ad hoc per lo studio, è stato validato attraverso una fase pilota. Lo strumento aveva l’obiettivo di raccogliere diverse informazioni, tra le quali i dati sociodemografici dei partecipanti, la percezione dei genitori rispetto alla facilità o difficoltà di convivenza forzata causata dalla pandemia e il cambiamento della routine dei bambini e degli adolescenti.
I risultati hanno mostrato che 980 genitori (l’83,8% del campione italiano e l’88,9% del campione spagnolo) hanno notato dei cambiamenti nello stato emotivo e comportamentale dei propri figli: il 76,6% dei figli ha avuto più difficoltà a concentrarsi, il 52% si è sentito più annoiato, tra il 30 e il 40% dei figli era più irritabile, nervoso, più preoccupato e si sentiva più solo rispetto al solito, meno del 30% riportava di litigare con maggiore frequenza con i figli, i quali sembravano essere più arrabbiati, ansiosi e tristi rispetto al periodo precedente alla pandemia, mentre circa il 22% dei figli era preoccupato quando qualcuno si allontanava da casa e mangiava più del solito.
I genitori hanno tuttavia riportato che la convivenza causata dalla quarantena è stata piuttosto facile (M= 3,68, SD=1,98, range 1-5); solo l’11,4% dei partecipanti ha riportato il contrario. Grazie alle analisi statistiche si è potuto notare che quando la convivenza è risultata difficile: i genitori hanno percepito i loro figli come più ansiosi, nervosi, frustrati e irritabili e hanno inoltre dimostrato maggiori problemi comportamentali. La letteratura evidenzia come delle buone abitudini, quali un buon ritmo circadiano e una dose di attività fisica giornaliera siano correlate con uno stile di vita sano (Brazendale et al., 2017). Tuttavia, durante il periodo del lockdown, i bambini italiani hanno passato più tempo davanti agli schermi, hanno dormito più del solito durante la settimana e hanno fatto meno attività fisica rispetto al periodo precedente il lockdown. Una difficoltà nel mantenere delle abitudini corrette è inoltre stata associata a una convivenza più difficile durante la quarantena (Orgilés et al., 2020).
È necessario sottolineare che questo studio è stato condotto nel periodo iniziale del lockdown, e di conseguenza i dati riportati potrebbero essere obsoleti; nonostante ciò, i risultati indicano un malessere importante percepito dai bambini e dagli adolescenti durante le prime due settimane della pandemia.
Alla luce dei risultati emersi dallo studio sopracitato, viene spontaneo chiedersi quali potrebbero essere le conseguenze a lungo termine del distanziamento sociale e della chiusura delle scuole sui giovani. Sembrerebbe quindi essenziale la necessità di attivare un piano di supporto efficace per proteggere questa fascia di età dalle difficoltà che sta incontrando.
Di Marta Matuella
marta.matuella01@icatt.it
Bibliografia
Brazendale, K., Beets, M. W., Weaver, R. G., Pate, R. R., Turner-McGrievy, G. M., Kaczynski, A. T., et al. (2017). Understanding differences between summer vs. school obesogenic behaviors of children: the structured days hypothesis. Int. J. Behav. Nutr. Phys. Act. 14, 100.
Loades, M. E., Chatburn, E., Higson-Sweeney, N., Reynolds, S., Shafran, R., Brigden, A., et al. (2020). Rapid systematic review: the impact of social isolation and loneliness on the mental health of children and adolescents in the Context of COVID-19. J. Am. Acad. Child Adolesc. Psychiatry S0890-S8567, 30337–30333.
Orgilés, M., Morales, A., Delvecchio, E., Mazzeschi, C. & Espada, J.P. (2020). Immediate psychological effects of the COVID-19 quarantine in youth from Italy and Spain. Frontiers in Psychology, 11, 579038.
Viner, R. M., Russell, S. J., Croker, H., Packer, J., Ward, J., Stansfield, C., et al. (2020). School closure and management practices during coronavirus outbreaks including COVID-19: a rapid systematic review. Lancet Child Adolesc. Health, 4, 397–404.
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