In che modo la pandemia ha influito sul rischio di sviluppare un disturbo dell’alimentazione e i suoi sintomi?

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La pandemia e il cambiamento di abitudini che ne è derivato hanno influito notevolmente sulla possibilità di sviluppare un disturbo dell’alimentazione (Eating Disorder, ED) e hanno esacerbato i sintomi di chi ne soffriva precedentemente (Rodgers et al., 2020).  Si può facilmente comprendere come l’aver adottato modalità “da remoto” per le attività lavorative e scolastiche abbia influito sulle nostre abitudini, con particolare peso rispetto all’attività fisica e al ritmo circadiano. L’ansia relativa alla situazione di pandemia e l’interruzione della routine possono infatti avere un impatto sulla qualità del sonno, che a sua volta è correlata con il rischio di sviluppare ED. Inoltre, una riduzione dei contatti sociali e fisici è associata a sentimenti di frustrazione e noia, che potrebbero esacerbare i rischi e i sintomi connessi ai disturbi alimentari (Rodgers et al., 2020).

Essere costretti a fare attività motoria, studiare o lavorare e svolgere attività ricreative all’interno della stessa stanza e non avere più una routine chiara potrebbero influire sulla possibilità di sviluppare un disturbo dell’alimentazione, infatti, l’assenza di confini chiari tra le varie aree della propria vita e l’assenza di orari definiti portano alla difficoltà a mantenere degli orari, dei confini e dei limiti anche nel mangiare, facilitando l’abitudine a consumare più spuntini durante il giorno (Rodgers et al., 2020). Inoltre, il fatto di organizzare continuamente i pasti e di essere sempre a poca distanza dal cibo portano a un rischio di sviluppare disturbi del comportamento alimentare in quei soggetti che sono a rischio o che hanno familiarità con il disturbo (Heriseanu et al., 2017). La percezione di scarsità di cibo e l’invito a ridurre gli spostamenti dalla propria abitazione, come abbiamo visto durante i primi mesi del lockdown, possono portare alcuni individui a fare scorte maggiori di cibo e a comprare molti snack. Entrambi questi comportamenti sono associati a un aumento della probabilità di abbuffate (Waters et al., 2001).

La pandemia ha influito negativamente sui fattori di protezione del disturbo, ovvero su quei fattori che possono prevenirlo o ridurlo, come il supporto sociale (Leonidas & Dos Santos, 2014; Linville et al., 2012), la relazione terapeutica, il sentirsi coinvolti in attività piacevoli (Rodgers et al., 2020). L’uso dei social network e dei media ha un impatto sui disturbi dell’alimentazione, in quanto le persone vengono esposte a contenuti che richiamano l’ideale di bellezza della nostra cultura, e quindi la magrezza (Boswell & Kober, 2016; Levine & Murner, 2009; Rodgers & Melioli, 2016). La pandemia ha acutizzato tale problema, in quanto, a causa delle restrizioni, le persone hanno potuto passare più tempo sui social. Inoltre, la diffusione delle “ricette da pandemia”, di cui hanno parlato anche i media, potrebbe aver creato una pressione ancora maggiore sull’argomento, aumentando ancora una volta il rischio di sviluppare sintomi di ED (Rodgers et al., 2020). Ricerche precedenti hanno dimostrato come la forte esposizione mediatica di eventi mondiali traumatici e stressanti sia associata a un aumento di disturbi del comportamento alimentare (Rodgers et al., 2012). In ultimo, l’aumento dell’utilizzo di teleconferenze potrebbe aver indirettamente influenzato la possibilità di sviluppare un ED: l’essere sempre visibili durante le conferenze e il poter vedere la propria faccia potrebbe aver portato a un effetto simile al guardarsi allo specchio. Le persone si sarebbero concentrate infatti sulla propria immagine e apparenza, con ripercussioni sull’immagine corporea percepita dalle persone (Mills et al., 2018).

Infine, lo stress causato dalla pandemia potrebbe aver portato a un mangiare più emotivo, che solitamente vede come alimenti principali quelli ricchi di carboidrati: l’uso di tali alimenti è correlato ad uno stile di alimentazione chiamato binge eating nei soggetti che soffrono di ED (Klatzkin et al., 2018).

Marta Matuella

marta.matuella01@icatt.it

Bibliografia

Boswell, R. G., & Kober, H. (2016). Food cue reactivity and craving predict eating and weight gain: A meta-analytic review. Obesity Reviews, 17(2), 159–177.

Heriseanu, A. I., Hay, P., Corbit, L., & Touyz, S. (2017). Grazing in adults with obesity and eating disorders: A systematic review of associated clinical features and meta-analysis of prevalence. Clinical Psychology Review, 58, 16–32.

Klatzkin, R. R., Gaffney, S., Cyrus, K., Bigus, E., & Brownley, K. A. (2018). Stress-induced eating in women with binge-eating disorder and obesity. Biological Psychology, 131, 96–106.

Leonidas, C., & Dos Santos, M. A. (2014). Social support networks and eating disorders: An integrative review of the literature. Neuropsychiatric Disease and Treatment, 10, 915–927.

Levine, M. P., & Murnen, S. K. (2009). “Everybody knows that mass media are/are not [pick one] a cause of eating disorders”: A critical review of evidence for a causal link between media, negative body image, and disordered eating in females. Journal of Social and Clinical Psychology, 28(1), 9–42.

Linville, D., Brown, T., Sturm, K., & McDougal, T. (2012). Eating disorders and social support: Perspectives of recovered individuals. Eating Disorders, 20(3), 216–231.

Mills, J. S., Musto, S., Williams, L., & Tiggemann, M. (2018). “Selfie” harm: Effects on mood and body image in young women. Body Image, 27, 86–92.

Rodgers, R. F., Franko, D. L., Brunet, A., Herbert, C. F., & Bui, E. (2012). Disordered eating following exposure to television and internet coverage of the March 2011 Japan earthquake. International Journal of Eating Disorders, 45(7), 845–849.

Rodgers, R.F., Lombardo, C., Cerolini, S., Franko, D.L., Omori, M. et al. (2020). The impact of the COVID-19 pandemic on eating disorder risk and symptoms. Int J Eat Disord. 53, 1166–1170.

Rodgers, R. F., & Melioli, T. (2016). The relationship between body image concerns, eating disorders and internet use, part I: A review of empirical support. Adolescent Research Review, 1(2), 95–119.

Waters, A., Hill, A., & Waller, G. (2001). Internal and external antecedents of binge eating episodes in a group of women with bulimia nervosa. International Journal of Eating Disorders, 29(1), 17–22.

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