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La violenza in tutte le sue forme, la delinquenza e le perversioni criminali sono tutte dinamiche che vengono apprese all’interno di un certo contesto familiare, sociale e culturale. In particolare, i reati relazionali, che presuppongono un comportamento lesivo nei confronti di una persona in relazione con l’altra, sono tra i reati più difficili da digerire e tra i più difficili da trattare.
Le teorie lombrosiane, da tempo superate, spiegavano i comportamenti violenti e socialmente devianti degli esseri umani come disfunzioni cerebrali fisiologiche e genetiche, che rendevano il criminale differente fin dalla nascita dalla persona considerata normale. Le teorie di Cesare Lombroso furono influenzate esclusivamente dal fattore antropologico, dimenticando l’importanza che il contesto in cui l’individuo è inserito ha su di lui.
Oggi, a seguito di numerosi studi multidisciplinari, si analizzano i comportamenti socialmente devianti in un’ottica multifattoriale, per cui la causa risiede nell’interazione di più variabili della vita di un certo individuo. Interessante nell’ambito dei reati relazionali è analizzare la teoria delle Esperienze Sfavorevoli Infantili – ESI – (Felitti, 2009). Secondo questa teorizzazione, i comportamenti delinquenziali sono una risposta a ferite narcisistiche infantili, da cui si genera una rabbia distruttrice accesa dalla minaccia a un Sé indebolito a causa del mancato appagamento dei bisogni di rispecchiamento e idealizzazione, fondamentali nella fase evolutiva (Fonagy & Target, 2003).
Le esperienze sfavorevoli infantili possono essere dirette, quando si tratta di abusi sessuali, maltrattamenti fisici, trascuratezze, mutilazioni e omicidi, e indirette quando le esperienze riguardano il vissuto di stare in relazione con caregiver tossicodipendenti, con disturbi mentali, alcolisti o quando un individuo cresce in presenza di un genitore deviato o totalmente assente.
Quando un individuo vive nella sua infanzia alcune di queste situazioni, tutte le conseguenze a cascata che ne derivano, tra cui caregiver poco responsivi a causa del trauma interfamiliare, sintomatologia post-traumatica e interiorizzazione di modelli relazionali disorganizzati dissociati, provocano una costellazione mentale simile a quella del maltrattante o di compensazione alla situazione disfunzionale, e perciò il bambino può sviluppare atteggiamenti devianti e comportamenti violenti. Ad esempio, i bambini maltrattati sviluppano comportamenti aggressivi e atteggiamenti ostili al punto da essere spesso rifiutati dai propri coetanei, ed è proprio questo rifiuto che stabilisce un primo scalino nello sviluppo di comportamenti devianti, perché il bambino tenderà ad attribuire a prescindere intenzioni ostili all’altro, danneggiando fiducia e funzione riflessiva.
All’interno di un contesto familiare in cui si rintracciano le ESI, viene appreso l’utilizzo della violenza come forma di risoluzione di qualsiasi confitto, e viene anche interiorizzato uno specifico atteggiamento nei confronti di questa. I figli di un clima familiare violento non hanno fatto esperienza di litigi familiari se non per mezzo della violenza, perciò la categorizzazione di un qualsiasi litigio rientra tra i comportamenti violenti e questo, nel concreto, porterà gli individui a mettere in atto comportamenti socialmente devianti e aggressivi di fronte a un qualsiasi litigio (Milani & Gatti, 2005).
Le azioni di delinquenza sessuale sono, ad oggi, tra i fatti più frequentemente riportati dai media quotidiani e sono i reati che più stimolano in ciascuno un sentimento di vendetta e severità della pena. Secondo l’approccio teorico cognitivo-comportamentale, il reato sessuale è una sessualizzazione dell’aggressività prima analizzata. Negli autori di reati sessuali, le pulsioni erotiche non sono integrate nella relazione oggettuale come componente tenera di questi, ma sono scisse e al servizio della rabbia distruttrice generata da esperienze infantili sfavorevoli (Giulini & Scotti, 2013).
Questa breve analisi dell’eziologia di alcuni reati relazionali ci permette di riflettere su quanto siano prevedibili e dunque evitabili i fatti di cronaca che ogni giorno vengono raccontati come tragedie inspiegabili. Risulta, quindi, fondamentale rintracciare i fattori di protezione che possono modificare la rotta del percorso e permettere così di prevenire le azioni criminali che non sono mai causate da un banale raptus isolato.
Di Piccinelli Luna
lunapiccinelli97.lp48gmail.com
Bibliografia
Luberti, R., & Grappolini, C. (a cura di). (2017). Violenza assistita, separazioni traumatiche, maltrattamenti multipli. Erickson.
Giulini, P., & Scotti, A. (2013). Il campo del trattamento del reo sessuale tra ingiunzione terapeutica e controllo benevolo. Rivista Italiana Di Medicina Legale, 4, 1864-1883.
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