Le bambole Barbie, solo un gioco o uno strumento di crescita?

Tempo di lettura: 3 minuti

Ogni bambino adora giocare, il gioco rappresenta un’attività estremamente piacevole e gratificante in sé stessa, non sono necessari scopi prefissati o obiettivi da raggiungere, a lui basta semplicemente giocare.

In realtà, inconsapevolmente, il bambino giocando raggiunge continuamente dei traguardi di sviluppo fondamentali per la sua crescita.

A suggerirci l’importanza che l’attività ludica svolge per il bambino troviamo autori che rappresentano i pilastri portanti della psicologia, come: Sigmund Freud, Jean Piaget, Donald Winnicott, Anna Freud, Melanie Klein e molti altri. Questi importanti autori hanno costruito delle solide basi ma la ricerca fortunatamente non si è fermata, infatti, uno studio che potrebbe attirare l’attenzione dei clinici dello sviluppo è stato condotto nel 2020 nell’Università di Cardiff dalla neuropsicologa Sarah Gerson, che con i colleghi è riuscita a dimostrare, grazie alle neuroscienze, dei nuovi vantaggi che il gioco ha sullo sviluppo del bambino.

Lo studio è stato compiuto su 33 bambini con sviluppo tipico, compresi nella fascia d’età tra i 4 e gli 8 anni; la loro attività cerebrale è stata monitorata mediante le innovative tecniche delle neuroimmagini.

Durante l’esperimento ai bambini è stato chiesto di giocare insieme allo sperimentatore, sia con le bambole che con il tablet; poi gli è stato chiesto di fare la stessa cosa in solitudine e nuovamente con lo sperimentatore.

Dai risultati dell’esperimento si è scoperto che il pSTS, cioè il solco temporale superiore posteriore, che è una regione del cervello connessa all’elaborazione sociale e all’empatia, si attiva soprattutto quando i bambini giocano con un’altra persona (nel caso dell’esperimento con lo sperimentatore), indipendentemente dal fatto che quel gioco sia compiuto con le bambole o con il tablet.

Ma il risultato dell’esperimento che più colpisce è un altro, infatti è emerso che il pSTS, durante il gioco solitario, si attiva maggiormente quando il bambino gioca con le bambole rispetto a quando utilizza il tablet.

L’utilizzo delle bambole, mediante il gioco simbolico e dunque la formazione di magici mondi immaginari, porta i bambini a riflettere maggiormente sulle loro emozioni e li permette di ricreare una situazione che si avvicina a quella del gioco in compagnia di altri; dunque, conduce ad una stimolazione cerebrale che porta allo sviluppo delle capacità relazionali ed empatiche, fondamentali per imparare a conoscere sé stessi e gli altri. Sembrerebbe che nel fantastico mondo delle bambole i bambini possono iniziare a sviluppare abilità sociali che poi potranno mettere in pratica, una volta cresciti, nel mondo reale.

Un secondo studio compiuto da Sarah Gerson e colleghi l’anno successivo, nel 2021, si è soffermato su quanto il gioco con le bambole possa incentivare il bambino a esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni, si tratta del concetto conosciuto come Internal State Language (ISL), che significa linguaggio degli stati interni. Questo permette al bambino di imparare a parlare maggiormente delle sue idee ed emozioni, elemento che impatta positivamente sul suo benessere generale.

Come in ogni ricerca i risultati è bene che vengano considerati con cautela, si tratta infatti di primissimi studi che misurano l’attività cerebrale del bambino durante il gioco, ma spalancano le porte ad approfondimenti futuri che potrebbero nascere grazie alla neuropsicologia.

Questo studio pluriennale è nato dalla collaborazione tra i neuroscienziati dell’Università di Cardiff e il grande colosso produttore di giocattoli, Mattel, conosciuto per la produzione delle famose Barbie, marchio che oggi, oltre ad investire sulla ricerca, si sta facendo portatore di una campagna di sensibilizzazione che promuove l’inclusività e prova ad abbattere l’ideale di perfezione che ha sempre contraddistinto le sue bambole.

Di Margherita Pietrobon

marghe.pietrobon@gmail.com

Bibliografia e sitografia

Galimberti, U. (2018). Nuovo Dizionario di Psicologia (3rd ed.). Milano: Feltrinelli.

Hashmi, S., Vanderwert, R. E., Price, H. A., & Gerson, S. A. (2020). Exploring the Benefits of Doll Play Through Neuroscience. Frontiers in Human Neuroscience, 14, 413.

Hashmi, S., Vanderwert, R. E., Paine, A. L., & Gerson, S. A. (2021). Doll play prompts social thinking and social talking: Representations of internal state language in the brain. Developmental Science, 25 (2), e13163

https://www.barbie.com/it-it/ibeneficidelgioco

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