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Mi trovo al lavoro e tutti i miei colleghi passano l’intera giornata a pianificare una cena a cui non sono invitato, descrivendo ad alta voce i dettagli dell’organizzazione. Passano le ore e non mi degnano di uno sguardo o di una parola, sono troppo impegnati a decidere chi aggiungere in quella lunga lista di invitati di cui non faccio parte. A fine giornata provo a inserirmi nel discorso sperando di essere considerato, che forse si erano scordati di me. Nessun feedback, solo un accenno di risposta contenente esclusivamente monosillabi. Provo emozioni di rabbia, inadeguatezza e disagio. Torno a casa e ci rimugino, iniziando a domandarmi dove ho sbagliato e se ho detto qualcosa di ridicolo o fuori luogo. Con il passare dei giorni inizio ad avvertire tali atteggiamenti sempre più fastidiosi e a provare forte stress nell’ambiente di lavoro, fino a creare un circolo vizioso che si ripercuote nelle relazioni personali, permeando più aree della mia vita. Forse se i miei colleghi mi dicessero che mi odiano mi farebbe meno male.
In filosofia, l’indifferenza è definita come “uno stato tranquillo dell’animo che, di fronte a un oggetto, non prova per esso desiderio né repulsione” (Treccani). “Non prova desiderio né repulsione”. Tale è l’innesco che scatena disagio e turbamento. Un senso di noncuranza, soprattutto da parte di chi reputiamo importante per noi, ferisce l’animale sociale e non soddisfa il bisogno di cure che è insito nell’essere umano. Tale atteggiamento è generalmente espresso con dimostrazione di freddezza, insensibilità, apatia e assenza di desiderio di relazione. In altre parole, riflette un sentimento più pervasivo e angosciante dell’odio, in quanto comunica totale disinteresse nei confronti dell’esistenza dell’altra persona. Come tutte le emozioni, l’indifferenza ha una componente comportamentale e una cognitiva, che non sempre agiscono parallelamente. Infatti, un atteggiamento indifferente spesso potrebbe celare un’emozione profonda o, viceversa, una condotta premurosa potrebbe essere attuata per un tornaconto personale, senza un reale interesse verso il ricevente. Le ragioni alla base dell’indifferenza sono molteplici: una di queste potrebbe essere la necessità di difendere sé stessi verso un coinvolgimento emotivo eccessivo; oppure, un reale e non esplicitato calo dell’interesse verso l’altro, che sfocia nella freddezza al fine di mostrare il distacco; o, ancora, può essere dovuta ad una necessità di un proprio spazio, il che implica l’imposizione di una distanza dall’altro. Infine, vi sono casi in cui questa forma di violenza psicologica è dolosa, ovvero messa in atto per arrecare danno e sofferenza all’altra persona.
Ma cosa provoca nel ricevente? Considerando che l’indifferenza è associata al distacco e all’insensibilità, caratteristiche opposte alla propensione relazionale insita nell’essere umano, può causare in chi la riceve sensazioni negative e sentimenti ansiosi, nel tentativo di capirne le cause e di elaborare strategie volte all’ottenimento di attenzioni. In particolare, chi subisce indifferenza da una figura di riferimento può arrivare a pensare di non essere degna di amore e vicinanza, di essere sbagliata, di aver commesso degli errori, sentendosi in colpa e inadeguata. Non è un caso che Melanie Klein, Fenichel ed altri autori abbiano cercato di evidenziare come il sentimento dell’indifferenza, in quanto affetto, possa assumere carattere patologico, divorando gli affetti “come un cancro” (Pozzi & De Marchi Pozzi, 2015).
Come mai, nonostante ci faccia soffrire, spesso ci ritroviamo accanto a persone che ci feriscono con la loro indifferenza? A volte potrebbe trattarsi di una nostra propensione ad “accettare la sfida” di cambiarli, di “scalfire la loro corazza”. Oppure, inconsciamente potremmo avvicinarci a tali persone per poter attribuire loro la causa del nostro malessere, in quanto lavorare su noi stessi è molto più faticoso.
Scoprire la causa dell’indifferenza permette a chi ne è vittima di comprendere meglio ciò che ne sta alla base e perciò di ridurre i sensi di colpa e di inadeguatezza. Tuttavia, scoprire anche le dinamiche che ci hanno portati ad una relazione con tale persona potrebbe aiutare a evitare la perseverazione nella scelta di un pattern indifferente.
Di Agnese Zardi
agnese.zardi5@gmail.com
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
https://www.treccani.it/vocabolario/indifferenza/
Pozzi, F., & De Marchi Pozzi, A. (2015). “L’indifferenza: Il Cancro Degli Affetti”. International Journal of Psychoanalisis Open, 2:1-18.
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